La Moretta
a new wiepoint over the Tiber
Roma 2010
Roma 2010
In a logic of interpenetration between public and private functions, collaborating in the redefinition of the whole area, the continuity of the roof surface allows the volume to be treated as a single large public space, capable, however, of concealing the complexity of spaces and paths suited to the functional programme.The highest degree of complexity of the architectural organism is expressed in several variables: a simple bridge (first stretch of ribbon), a large container with a roof for public space (auditorium and library), a shell suspended over the ruins (exhibition space), a filter space between the space of the road and the excavation (new curtain walls on Vicolo delle Carceri).
The ribbon development ends with the covering of the library, jutting out from the upper edges of the excavation. The connection between this and the volume of the auditorium is suggested by the disembarkation of the ramp, a connective plug of the entire distribution scheme. The roof of the auditorium is configured as a large urban staircase to mention that of a joint between the entrances and the share of the excavations. The shape of the strip covers, in order to protect them, a large part of the excavations; however, it leaves large slots open along some segments of its development to guarantee the vision of the finds from all heights and all points of the project. The library space consists of a monolithic volume perpendicular to Via Giulia and marked by a rhythmic succession of septa arranged to underline the pre-existing structure of the cellars of the seventeenth-century prisons.
The core of the entrances is located on Via Giulia, a hinge between the section of ribbon that, in the form of a large urban scale, reaches the excavations and the one that instead rises first to look at the height of the Tiber and finally reaches the belvedere on the roof of the library. The volume of the auditorium is identified at this level, almost independent from the library but connected to it by a ramp that manages the vertical connections inside the building. The necessary inclination of the stalls towards the stage gives this space a horizon made up of ruins, contributing to the interpenetration between architecture and archaeological excavations.
In close relationship with the entrance of the cultural complex is the building for the residences of scholars. In an overall logic of recomposition of the urban matrices, its position is designed to guarantee the decentralized redesign of the corner block in front of the excavation.
The exhibition space is a volume that is partially independent of the rest of the project. It is located below the level of the entrances from Via Giulia and the staircase that reaches the excavations. Access is possible directly from this level or, by means of an elevator, also from the other rooms of the complex. To make it independent from the surface of the excavations, the floor is raised by 50 cm and is made of a metal mesh structure that allows observation of the excavations below. In this way, the space not only houses the exhibition but also becomes a showcase. The reconfiguration of the vacuum margins takes place via its solution in a bridge device. Thanks to a multiplication of soils at different scales and altitudes and of different natures, the project manages to systematize the demands expressed by the area and those expressed by the presence of the excavations. The topographic layout of the area is taken over by the project as a stimulus for the definition of the ribbon gradients and for the design of the auditorium volume.
The fronts of the main volumes, library and auditorium, are designed to select the scenarios visible from the interior. As far as the library is concerned, it was decided to leave the front on the Vicolo delle Carceri without any openings and to treat the front overlooking the excavations in glass instead. In this way it is intended to consolidate the relationship between the cultural contents of the library and the archaeological and logical excavations.
The longitudinal facades of the auditorium are designed without openings to ensure structural and perceptive continuity with the monumental ramp that rises to cover the library.
The interpenetration between public and private space is clear in this section where between the confined volume of the exhibition space and the equally confined one of the library unwinds the large staircase that leads from Via Giulia to the excavations. The margin of the excavation along Vicolo delle Carceri, in virtue of the archaeological pre-existence and the morphological nature of the area, was prefigured as a trace of reconfiguration of the building curtain that could be hypothesized by the arrangement of the seventeenth-century prisons. In the logic of selecting the scenarios that can be enjoyed from the interior, the shell of the auditorium has been treated with glass only on the front that faces directly onto the ruins. The emphasis of this view is increased by the obstacle to the direct passage of light that generates the attachment of the tape to the roof of the auditorium.
Un nastro alla scala della città in grado di rimarginare una ferita urbana nel cuore di Roma, raccordando le quote degli scavi archeologici, della città e di un nuovo spazio pubblico a belvedere in copertura. In una logica di compenetrazione tra funzioni pubbliche e private, collaboranti nella ridefinizione di tutta l’area, la continuità della superficie di copertura permette di trattare il volume come un unico grande spazio pubblico capace tuttavia di celare la complessità di spazi e di percorsi adeguati al programma funzionale. Il massimo grado di complessità dell’organismo architettonico viene espresso in più variabili: semplice ponte (primo tratto di nastro), grande contenitore con copertura destinata a spazio pubblico (auditorium e biblioteca), involucro sospeso sulle rovine (spazio espositivo), spazio di filtro tra lo spazio della strada e lo scavo (nuova cortina a setti su Vicolo delle Carceri).
Lo sviluppo del nastro termina con la copertura della biblioteca, aggettante rispetto ai margini superiori dello scavo. L’innesto tra questa e il volume dell’auditorium è suggerito dallo sbarco della rampa, spina connettiva dell’intero schema distributivo. La copertura dell’auditorium si configura come una grande scalinata urbana a citare quella di raccordo tra l’ambito degli ingressi e la quota degli scavi. La sagoma del nastro copre, al fine di proteggerli, buona parte degli scavi; lascia tuttavia aperte delle grandi asole lungo alcuni segmenti del suo sviluppo a garanzia della visione dei reperti da tutte le quote e da tutti i punti del progetto. Lo spazio della biblioteca è costituito da un volume monolitico perpendicolare a via Giulia e scandito da una successione ritmica di setti disposti a sottolineare la preesistente struttura delle cantine delle carceri seicentesche.
Il nucleo degli ingressi è collocato su Via Giulia a cerniera tra la sezione di nastro che, sotto forma di grande scala urbana, raggiunge gli scavi e quella che invece sale prima a traguardare la quota del lungotevere e infine raggiunge il belvedere in copertura della biblioteca. Si individua a questa quota il volume dell’auditorium, pressoché autonomo rispetto alla biblioteca ma a questa connesso tramite una rampa che gestisce le connessioni verticali all’interno dell’interno edificio. La necessaria inclinazione della platea verso il palco dotano questo spazio di un orizzonte costituito dalle rovine contribuendo alla compenetrazione tra architettura e scavi archeologici. In stretta relazione con l’ingresso del complesso culturale si trova l’edificio per le residenze temporanee degli studiosi. In una logica complessiva di ricomposizione delle matrici urbane la sua posizione è pensata decentrata a garanzia del ridisegno dell’isolato d’angolo di fronte allo scavo.
Lo spazio espositivo è un volume in parziale autonomia rispetto al resto del progetto. Si colloca al di sotto del piano degli ingressi da Via Giulia e della scalinata che raggiunge gli scavi. L’accesso è possibile direttamente da questa quota oppure, tramite un ascensore, anche dagli altri ambienti del complesso. Per renderlo autonomo rispetto alla superficie degli scavi il pavimento è rialzato di 50 cm ed è costituito da una struttura a maglia metallica che permette l’osservazione degli scavi sottostanti. In questo modo tale spazio non si limita ad accogliere l’esposizione ma diventa esso stesso teca.
La riconfigurazione dei margini del vuoto avviene attraverso la sua soluzione in un dispositivo a ponte. Grazie ad una moltiplicazione di suoli a scale e quote diverse e di nature diverse, il progetto arriva a sistematizzare le istanze espresse dall’area e quelle espresse dalla presenza degli scavi. L’assetto topografico dell’area viene assunto dal progetto come stimolo per la definizione delle inclinate del nastro e per il disegno del volume dell’auditorium.
I fronti dei principali volumi, biblioteca e auditorium, sono pensati per selezionare gli scenari visibili dagli ambienti interni. Per quanto riguarda la biblioteca si è deciso di lasciare privo di aperture il fronte sul Vicolo delle Carceri e di trattare invece a vetro il fronte che si affaccia sugli scavi. In questo modo si intende consolidare il rapporto tra i contenuti culturali della biblioteca e gli scavi archeologici. I fronti longitudinali dell’auditorium sono pensati privi di aperture per garantire continuità strutturale e percettiva con la rampa monumentale che sale in copertura della biblioteca.
La compenetrazione tra spazio pubblico e privato risulta chiaro in questa sezione dove tra il volume confinato dello spazio espositivo e quello altrettanto confinato della biblioteca si snoda la grande scalinata che da Via Giulia porta agli scavi. Il margine dello scavo lungo Vicolo delle Carceri, in virtù delle preesistenze archeologiche e della natura morfologica dell’area, si prefigurava come tracciato di riconfigurazione della cortina edilizia ipotizzabile dalla disposizione delle carceri seicentesche. Nella logica di selezione degli scenari godibili dagli ambienti interni l’involucro dell’auditorium è stato trattato a vetro unicamente sul fronte che affaccia direttamente sulle rovine. L’enfasi di tale affaccio viene incrementata dall’ostacolo al passaggio diretto della luce che genera l’attacco del nastro alla copertura dell’auditorium.
CLIENT
confidential
LOCATION
via giulia, lungotevere sangallo roma
CHRONOLOGY
project 2010
DIMENSION
gross area 4700 sqm
PROJECT TEAM
sergio festini